Cesarina Monti, detta Rina, era una scienziata. Nata nel 1871 nel piccolo borgo di Arcisate in provincia di Varese, si laureò nel 1892 in Scienze Naturali all’Università di Pavia dove iniziò a lavorare come assistente. Nel 1898, però, ottenne la libera docenza in Anatomia e Fisiologia comparate, diventando la prima professoressa ordinaria nella storia dell’università italiana. Monti, sarà tra le protagoniste di Donne in cattedra. Le docenti dell’Università degli Studi di Milano, 1924-2024, la mostra che si terrà dal 23 settembre al 14 ottobre all’Università Statale di Milano.
La Statale di Milano celebra le sue “donne in cattedra”
La mostra racconta la storia dei primi cento anni del più grande ateneo pubblico milanese e lombardo, ma lo fa attraverso il ruolo svolto dalle docenti, che si sono lentamente fatte largo in un mondo accademico per anni territorio di (quasi) soli uomini. L’andamento sarà cronologico e presenterà immagini, in larga parte inedite, provenienti da numerosi archivi fotografici e documentari milanesi e nazionali.
Il difficile percorso delle docenti nell’Università
Verranno esposte immagini relative alla città di Milano nelle diverse fasi storiche dal 1924 ad oggi: il ventennio fascista e la guerra, la ricostruzione, il boom economico e gli anni Sessanta, il periodo della contestazione e i decenni più recenti. Ma, soprattutto, al centro del percorso, ci saranno loro: studiose di vari ambiti disciplinari, dalle letterate alle storiche dell’arte, dalle giuriste alle matematiche, dalle biologhe alle donne medico, ricomponendo così il quadro del sapere scientifico e delle trasformazioni della Statale nei 100 anni della sua esistenza.
Rina Monti, la prima ordinaria nella storia
Partendo da Rina Monti, che arrivò nelle aule della Statale nel 1924, unica ordinaria insieme ad altri 44 colleghi maschi titolari di ogni altra disciplina universitaria, verranno ricordate altre importanti figure come Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale; Cesarina Tibiletti, fondatrice dell’insegnamento dell’Algebra alla Statale; Ada Bolaffi, la biochimica vittima delle persecuzioni razziali; la germanista Lavinia Mazzucchetti, la geografa Angela Codazzi, custode durante la guerra del patrimonio librario del suo Istituto, la storica Enrica Pischel e ancora tante altre, sino alle studiose vissute in tempi più recenti.
Oggi la prima donna rettrice
Un percorso, insomma, che ripercorre la presenza delle donne in cattedra alla Statale fino a oggi, anno in cui l’università ha appena nominato come rettrice Marina Brambilla, prima donna nella storia dell’Ateneo. Un ottimo risultato che, però, non corrisponde a ottimi numeri riguardo alla parità tra docenti: secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, l’Ateneo ha al suo attivo 469 ordinari uomini contro 208 donne. Certo, di strada se ne è senz’altro fatta, ma molta se ne deve ancora fare.
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