Esattamente 150 anni fa, era il 1874, nasceva a Parigi l’Impressionismo, un terremoto nella storia dell’arte che portò alla ribalta giovani pittori come Edgar Degas, Paul Cézanne, Pierre Auguste Renoir, Claude Monet. Tra loro, però, c’era anche una pittrice, dimenticata per lungo tempo: si chiama Berthe Morisot, l’unica pittrice donna tra i fondatori del movimento.
Gli impressionisti devono molto a Berthe Morisot
Grande interprete della nouvelle peinture, Morisot ha rivestito un ruolo importante nell’affermazione del nuovo stile, partecipando a tutte le mostre che si sono tenute tra il 1874 e il 1886, mancando solo in una, nel 1879, per la nascita della figlia. Nonostante questo, però, sulla sua lapide si legge soltanto: Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet. Ovvero il fratello del celebre pittore Èduard Manet.
Un talento non riconosciuto perché donna
Nessun riferimento, quindi, da parte della società francese del tempo alla carriera di questa artista anticonformista. Non solo, infatti, Morisot fu artista in un mondo di artisti uomini, ma lo fu avvicinandosi al gruppo di pittori esclusi dai circoli ufficiali. Per cercare di ripagarla del torto subito, quest’anno le vengono dedicate due grandi mostre, una a Genova e una a Torino.
Due grandi mostre le rendono giustizia: a Genova
Impression, Morisot sarà la prima grande mostra in Italia sulla figura di questa “pittrice della luce”. Verrà allestita negli spazi storici e sontuosi dell’Appartamento del Doge all’interno del Palazzo Ducale di Genova, dal prossimo 11 ottobre fino al 23 febbraio 2025.
Attraverso più di 80 opere, documenti fotografici e d’archivio, l’esposizione ripercorrerà, toccando aspetti inediti, l’intera carriera e la vita privata dell’artista, che ha condiviso il suo percorso intimo, familiare e professionale non solo con i più grandi artisti dell’epoca, ma anche con figure di intellettuali quali Stéphane Mallarmé ed Emile Zola.
La curatrice della mostra è Marianne Mathieu, tra le più rinomate esperte dell’opera di Berthe Morisot e studiosa della storia dell’impressionismo, protagonista di molte scoperte scientifiche in questo ambito.
E alla GAM di Torino
Il 16 ottobre, invece, aprirà le porte al pubblico Berthe Morisot. Pittrice impressionista, la mostra ospitata alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. Anche in questo caso il progetto intende restituire al pubblico il legame della pittrice con la poetica del movimento impressionista, facendone emergere la cifra stilistica attraverso un percorso tematico, raccogliendo una serie di opere da prestigiose istituzioni internazionali e collezioni private. Le curatrici sono Maria Teresa Benedetti e Giulia Perin.
Ribelle ed eversiva, Berthe Morisot va avanti per la sua strada
Berthe Morisot ha sfidato apertamente i canoni dell’epoca per seguire la sua strada insofferente alle convenzioni dell’ambiente artistico ufficiale. Allieva di Jean-Baptiste Camille Corot, resta una delle firme più importanti degli impressionisti, le cui tele luminose, dipinte all’aperto, lontano dai laboratori, mostrano “la realtà non per quello che è, ma per come viene percepita”.
Non solo la musa di Manet
A cambiarle la vita è, però, l’incontro fortuito con Éduard Manet che la elesse modella prediletta e soprattutto la introdusse definitivamente all’interno della cerchia e della poetica impressionista. Fu così che nel 1873, insieme a Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir fondarono il movimento impressionista, di cui Morisot fu una delle pochissime esponenti femminili. Sposa Éugene Manet, fratello di Eduard, e la loro dimora diventò punto di incontro e di riferimento per artisti e intellettuali, tra cui Émile Zola e Stephane Mallarmè
Archiviata ben presto tra i pittori minori
Quando morì di influenza nel 1895, l’artista lasciò un notevole corpus di opere: 423 dipinti, 191 pastelli, 240 acquerelli, 8 incisioni, 2 sculture e più di 200 disegni. Purtroppo, la misoginia dei critici d’arte dell’epoca la archiviarono rapidamente tra i pittori minori del movimento. Quando viene menzionata, è più spesso perché modella di Manet che come alter ego del pittore. Ed è così che, il suo incredibile talento, cade nell’oblio.
La prima retrospettiva nel 1987
Fu solo nel 1987 che una prima mostra retrospettiva riportò alla luce le sue opere, negli Stati Uniti, grazie agli studi di ricercatrici femministe anglosassoni. Ancora oggi Morisot è poco rappresentata nei musei, rispetto ai suoi compagni impressionisti maschi. E, a differenza di loro, ha venduto solo pochi dipinti. Ma, quantomeno, il suo nome è uscito dall’ombra, e chissà che le due mostre in programma a Genova e a Torino, non riescano a far risvegliare il desiderio di riconoscerle definitivamente il valore che merita.
Le altre due pittrici impressioniste che non si possono dimenticare
Se Morisot fu l’unica donna tra i fondatori del movimento impressionista, a seguire nella cerchia di questi artisti, arrivarono anche altre pittrici, poche, che non vanno dimenticate. La prima fu Eva Gonzalès, bella, vivace, intraprendente, dotata di un talento straordinario da permetterle di affrontare tutti i trabocchetti tecnici tesi dalla pittura. Dipingeva ad olio, ma amava molto la tecnica del pastello, mai riuscì a esporre alcun dipinto alle mostre dei colleghi impressionisti.
La seconda è Mary Cassatt. Che nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, ma che nel 1865, contro il volere del padre, si trasferì a Parigi per perfezionare la sua formazione. Si unì al movimento impressionista francese della fine del XIX secolo, e portò questo movimento negli Stati Uniti sponsorizzando artisti francesi e incoraggiando i ricchi americani ad acquistare le loro opere d’arte. Mentre molti impressionisti dipingevano paesaggi, Cassatt realizzava ritratti di donne che svolgevano compiti domestici. Edgar Degas divenne suo amico e il suo stile e quello di Gustave Courbet hanno ispirato il suo.
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